mercoledì 22 maggio 2019

1958 Maserati 420/M/58 Eldorado racecar - Pit stop, engine sound & action



ItaliansupercarVideo and I filmed this Maserati 420/M/58 in Modena Novi Sad park during the event Emilia Romagna MotorFest, a great 3-days dedicated to the passion for engine, an important thing for this Italian area.
In the video you can see Matteo Panini driving his Maserati 420/M/58 on the Novi Sad track for the show: pit stop done as it used to be in 1958, some laps with his race car in a rainy day and pure engine sound.
This one-off Maserati 420/M/58, chassis 4203, was built in 1958 to compete in Monza the Race of Two Worlds, 500 Mile race at the circuit based on the Indianapolis 500. This was the first single-seater car in Europe to be sponsored by a brand not linked to the world of motorsport: the Eldorado, an ice-cream manufacturer.
The V8 engine derived from 450S twin-shaft, 4.2-liter for 410 bhp at 8000 rpm can push the car over a top speed of 350 km/h; 2-speed manual gearbox and no limited slip differential. It has a tubular structure and aluminium bodywork for a total weight of 758 kg.
The 29th June 1958, at the Monza circuit, the race took place on three manches: in the first race Stirling Moss went 4th, in the second race he went 5th but he had an accident during the last race. Stirling Moss ranked seventh.



Io e ItaliansupercarVideo abbiamo filmato questa Maserati 420/M/58 al parco Novi Sad di Modena durante la Motor Valley Fest, una spettacolare tre giorni dedicata alla passione per i motori, ruota trainante della regione Emilia Romagna.
Nel video potete vedere Matteo Panini alla guida della sua Maserati 420/M/58 sul tracciato del Novi Sad per dare spettacolo: pit stop svolto come all'epoca, alcuni giri sull'auto da corsa sotto la pioggia e musica del motore.
Questa Maserati 420/M/58, telaio 4203, modello unico, è stata costruita nel 1958, per gareggiare a Monza alla 500 Miglia o "Trofeo dei due Mondi". Fu la prima monoposto in Europa ad essere sponsorizzata da un marchio non legato al mondo dell’automobilismo: quello dei gelati Eldorado.
Motore V8 derivato dalla 450S bi-albero, aveva una cilindrata ridotta a 4.190 cc capace di 410 CV a 8.000 giri; questo propulsore era montato disassato di nove centimetri a sinistra rispetto all'asse longitudinale, così come la trasmissione. Questa scelta era stata fatta per garantire una distribuzione dei pesi adeguata, tenendo conto del senso di marcia antiorario nelle curve sopraelevate di Monza. Il cambio aveva due soli rapporti mentre il ponte posteriore di tipo De Dion era privo del differenziale. Il telaio tubolare derivava da quello della pluri-vittoriosa 250F, sebbene risultasse sovradimensionato rispetto a quest'ultimo, anche a causa dei numerosi rinforzi introdotti per permettere al bolide di resistere alle sollecitazioni della pavimentazione in cemento del tracciato monzese. Per ridurre i pesi, furono adottate ruote a disco in magnesio Halibrand e pneumatici Firestone da 18 pollici con battistrada a treccia, gonfiati a gas elio. Con questi accorgimenti, la vettura arrivava a 758 kg. La carrozzeria in alluminio, battuta a mano da Fantuzzi, era caratterizzata da una pinna aerodinamica verticale dietro l'abitacolo oltre che da una presa d'aria frontale per i carburatori. Velocità massima oltre i 350 km/h.
Il 29 giugno 1958, nell’autodromo di Monza la gara si svolse su tre manches che avrebbero determinato la classifica finale. Questa decisione fu presa per invogliare i costruttori europei a presentare le proprie vetture, le quali originariamente non erano state progettate per disputare una competizione così lunga e impegnativa per la meccanica. Nella prima Stirling Moss arrivò 4°. Nella seconda fu 5°. Nell’ultima invece, si ruppe il comando dello sterzo e la sua Maserati terminò la corsa contro il guard-rail, vanificando le speranze del pilota inglese di concludere la manifestazione al terzo posto assoluto. In virtù dei tre risultati di manches e del numero totale di giri percorsi, Moss venne comunque classificato settimo. Uscì indenne dall’incidente e tutto sommato anche la “Eldorado” riportò pochi danni dimostrando un’ottima solidità strutturale.
Nell'anno successivo, la “Eldorado” venne modificata dalla carrozzeria Gentilini che tolse la pinna posteriore e ridusse la presa d’aria sul cofano, per essere iscritta alla 500 Miglia di Indianapolis nel 1959.

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